La Padova meravigliosa di Federico Moro
28 Febbraio 2016Lei vive a Venezia, ma è nato a Padova. Mi vuole spiegare com’è il Suo rapporto con la città “dei tre senza”? La conosce, la frequenta, la ama?
I miei rapporti con Padova sono quotidiani: mi portano a Padova questioni personali, tutta la mia famiglia continua a viverci, interessi e il piacere di frequentare una città che considero la mia “seconda patria”. Mutuando l’espressione di Diego Valeri, io ho avuto due madri: Padova, appunto, e Venezia. Mi considero cittadino del Mondo, cosmopolita per vocazione prima ancora che per necessità, eppure sento fortissimo il richiamo del “genius loci” originario. Mi piace ripartire e altrettanto ritornare. Mi succede con Venezia ma anche con Padova. In effetti, per me sono ormai due segmenti della medesima “area metropolitana”. La velocità di spostamento, inoltre, ha reso tale contiguità una realtà palpabile e sperimentabile ogni giorno.
La mia vita, poi, si nutre di Storia e di Arte e tutto mi riporta di continuo lungo l’asse Padova-Venezia. Fin dalla prima pubblicazione… quasi fosse il mio Fato.
“Padova meravigliosa” è un libro che strizza l’occhio al turista ma anche al cittadino padovano ignaro della storia della sua città. Per scriverlo, oltre a consultare fonti storiche e letterarie, si è immerso tra le vie di Padova, ne ha respirato la magia?
Fonti primarie sono stati i ricordi miei e delle persone che ho intervistato, poi la “ricognizione” diretta della città. Storia e letteratura sono venute in un secondo momento. “Padova Meravigliosa” rappresenta prima di tutto una sorta di “guida sentimentale” attraverso i cambiamenti avvenuti negli ultimi quarant’anni. Si rivolge ai padovani, a quelli che hanno avuto modo di conoscere la città com’era ma anche ai più giovani, ai quali magari sfuggono molti dettagli. Direi che il turista viene in seconda battuta: certo, pure lui potrà trovare nelle pagine del libro spunti di riflessione e un approccio diverso alla visita della città. Più meditato, intimo, che, mi auguro, lo induca a pensare al senso dell’esistenza e dello scorrere del tempo: il suo e di quanti l’hanno preceduto.
Se ha voglia, potrebbe anticipare ai lettori di Padovando un paio di curiosità su Padova che solo poche persone conoscono? Per quale motivo inoltre consiglia di acquistare questo libro?
Vale la pena comprare “Padova Meravigliosa” per confrontarsi con un angolo visuale inconsueto, una prospettiva a volte sconcertante di luoghi e persone: del passato e del presente. Attraverso la puntigliosa ricostruzione di ciò che è stato si propone una diversa lettura del presente e delle prospettive della città.
Un paio di curiosità…
Credo che ben pochi ricordino che la Basilica del Santo ha “seppellito” sotto le sue fondamenta un grande e importante Tempio: romano, certo, ma soprattutto antico-veneto. Si tratta di una storia che solo a tratti e il più delle volte per “sentito dire” i più orecchiano.Nessuno, penso, si soffermi a considerare quale incredibile continuità tra spiritualità pagana e cristiana questo, simbolicamente, rappresenti.
E poi: quanti sanno che il pianoforte è stato “inventato” da un padovano? Bartolomeo Cristofori sostituendo i saltarelli con i martelletti, e introducendo in seguito altre modifiche minori, che permettono di variare l’intensità del suono a seconda della pressione esercitata sui tasti, tra la fine del Seicento e gli inizi del Settecento crea il “forte-piano”. Nella storia della musica una rivoluzione. Viene battezzato nella chiesa di San Luca in via XX Settembre…era nato il 4 maggio 1655.
Camilla Bottin