La natura in città: quattro oasi da scoprire nel padovano

23 Luglio 2015

A una manciata di chilometri dai centri abitati, rubati all’urbanizzazione del territorio, ci sono ancora in città angoli di natura incontaminata dove regnano i ritmi della terra e dove l’uomo è ospite, ideali per sfuggire alla frenesia della vita quotidiana anche solo per una mezza giornata, senza allontanarsi troppo da casa.

1) La laguna padovana: la Valle Millecampi e l’Oasi di Ca’ di Mezzo
Nel comune di Codevigo, al confine tra la provincia di Padova e il veneziano, acqua e terra si incontrano dando vita a un vero e proprio paesaggio lagunare che si estende per 1608 ettari tra canali d’acqua dolce, specchi d’acqua salmastra e barene (isolotti) su cui sostano una moltitudine di specie anche rare, come agli aironi, le cicogne e le gru.
Ad accogliere chi si addentra in questo lembo estremo della provincia padovana c’è il Casone delle Sacche, tipico ricovero lagunare per la caccia e la pesca, restaurato una quindicina di anni fa e utilizzato fino al secolo scorso dai ricchi padovani come ricovero per la caccia.
La Valle Millecampi può essere raggiunta in bicicletta e seguendo gli argini del Canale Novissimo.
Nel territorio di Codevigo si trova anche l’Oasi di Ca’ di Mezzo, gestita da Legambiente di Piove di Sacco. Si tratta di un bacino di fitodepurazione, ossia un’area in cui, attraverso un certo tipo di piante, e soprattutto attraverso i batteri sulle loro radici, vengono depurate le acque reflue. L’oasi è diventata ben presto l’ambiente ideale per la riproduzione e lo stanziamento di diverse specie di uccelli, che vengono qui a svezzarsi e a nidificare, come l’airone bianco maggiore, il cavaliere d’Italia, il cormorano, il falco di palude, la folaga, la gallinella d’acqua, la garzetta, il germano reale, il martin pescatore, lo svasso maggiore.
Info:
http://www.comune.codevigo.pd.it/index.php/vallemillecampi
http://www.legambientepiove.it/oasi-ca-di-mezzo/

2) La Palude di Onara
Si trova a poca distanza da Cittadella, nel comune di Tombolo, e si snoda per circa trenta ettari lungo il fiume Tergola. La particolarità di questa piccola ma molto suggestiva oasi deriva dall’acqua: in questa zona sgorgano dal terreno le fredde polle di risorgiva che anche d’estate non superano mai i 14 gradi, un fenomeno dovuto alle falde sotterranee che l’acqua attraversa, composte da sabbie e ghiaie trasportate qui dai ghiacciai nei tempi remoti delle glaciazioni.
Questa caratteristica ha favorito lo sviluppo di una zona microclimatica fredda con la sua vegetazione, completamente diversa da quella circostante: trova rifugio qui un tipo di flora relitta, spinta in questo luogo dai cicli glaciali del passato, con esemplari “preistorici” tra i quali l’Erioforo (Eriphorum latifolium), che sorprende con la sua particolarissima fioritura tra aprile e giugno. I suoi fiori sono costituiti infatti da pennacchi bianchi che sembrano fiocchi di cotone e conferiscono ai prati un aspetto “innevato”. Ci
sono poi le bellissime orchidee di palude e molte altre specie rare.Il sito ha anche un motivo di interesse storico: il 25 aprile 1194 nasceva qui il più crudele e feroce tiranno che Padova e il Veneto abbiano mai avuto: Ezzelino III da Romano. Unico reperto del Castello degli Ezzelini, che si insediarono qui intorno all’anno Mille, è l’antica chiesetta di Santa Margherita, ancora oggi visitabile.
Info:
Sono organizzate visite guidate al parco da aprile ad ottobre, solo domeniche e festivi, 09.00 – 19.30 dall’ingresso di via Asilo. In alternativa, l’ingresso di via Degli Ezzelini è aperto tutti i giorni per visite autonome, non accompagnate.
www.parcopaludeonara.it

 

3) Il Biotopo di San Daniele nel Parco Regionale dei Colli Euganei
I Colli Euganei sono ricchissimi di luoghi di interesse naturalistico: boschi, formazioni rocciose, fonti e cascate scandiscono il verde delle colline tappezzate di vitigni e punteggiate di borghi, ville e monasteri.
Tra tutti ve ne presentiamo uno, il Biotopo di San Daniele, chiamato anche Lago Verde, particolare perché è una delle pochissime zone umide ancora presenti nel territorio euganeo.
In passato in questa zona veniva estratta l’argilla per la produzione di mattoni e tegole nelle fornaci di Monteortone. Da qui la particolare conformazione dello specchio d’acqua ad invasi artificiali, alcuni dismessi da molto tempo, che hanno sviluppato una folta varietà arborea, e alte a tutt’oggi impiegate per la pesca sportiva.
Percorrendo il sentiero che costeggia e collega i vari bacini, si osserva la ricostruzione dell’ambiente dell’ambiente di foresta alluvionale residua ad ontano nero, che contiene alcuni esemplari di salice rosso piuttosto raro nell’area nell’area euganea e di frangola.
Alcune passerelle di legno installate lungo le rive consentono di camminare a pelo d’acqua osservando da vicino la vegetazione e, magari, intravvedendo qualche un pesce o qualche un rettile, come la testuggine europea, tra quelli che popolano queste acque. Se siete fortunati potreste fare qualche incontro ravvicinato con gli uccelli acquatici che non mancano in questa zona, come la garzetta e l’airone l’airone cinerino.
Info:
Si può arrivare sul posto in bicicletta, percorrendo il tratto dell’anello dell’anello ciclabile dei Colli Euganei che collega Montegrotto Terme con il territorio del comune di Torreglia, oppure in macchina, dalla Strada strada Provinciale provinciale 43, nei pressi dell’incrocio dell’incrocio con via Monte Solone dove si imbocca il viale di ingresso carrabile.
www.parcocollieuganei.com

 

4) Il bosco dei Lavacci
Infine, la più selvaggia tra le aree naturalistiche del padovano. È il bosco dei Lavacci, o bacino Valgrande, che si estende a cavallo tra i comuni di Granze, Sant’Urbano e Villa Estense nel punto di incontro del canale Masina con il fiume Gorzone.
Il complesso di paludi, laghi e terre semisommerse che si può ammirare in questo angolo di campagna padovana si estendeva un tempo per chilometri e chilometri tra le province di Verona e Padova e fino alle foci dell’Adige. Un sistema di acqua e di terra in perenne mutamento, caratterizzato dal variabile andamento degli alvei e da continui riassetti dell’equilibrio fra terra e acqua.
L’area è oggi un prezioso e raro cimelio di sistema semiterrestre nel territorio padovano, in cui trovano rifugio un’innumerevole varietà di specie animali e vegetali. Vi si può accedere dal ponte di Zane, a Carmignano di Sant’Urbano o, a Villa Estense, nei pressi di villa Paradiso.
Info:
http://www.comune.granze.pd.it/ambiente-eteritorio

Laura Organte