Passages

9 Novembre 2017 By Elena Bottin

Tre virtuosi di sax, flauto, elettronica disegnano un ritratto della musica che si è sviluppata in Francia negli ultimi trent’anni Gérard Grisey e Tristan Murail hanno saputo scavare come pochi la materia sonora, per trarre dai fenomeni acustici più vari la forma e la sostanza della composizione strumentale, mentre inventavano nuove strutture temporali. Jean-Claude Risset – da poco scomparso e a cui il concerto è dedicato – è stato tra i primi a sfruttare il computer per creare spettacolari illusioni sonore.

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In collaborazione con SaMPL – Sound and Music Processing Lab del Conservatorio di Musica “C. Pollini” di Padova.

Jean-Claude Risset
Saxatile (1992), per sassofono soprano e nastro magnetico
Passages (1982) per flauto e nastro magnetico
Sud (1985), musica acusmatica

Tristan Murail
Unanswered Questions per flauto

Gérard Grisey
Anubis et Nout (1983-90) per sassofono basso

La serata, ancora una volta frutto della collaborazione con SaMPL e con il sostegno del Conservatorio “C. Pollini”, vuole essere un omaggio a Jean-Claude Risset (1938-2016), uno dei pionieri del computer come risorsa musicale, in un’epoca in cui le applicazioni dell’informatica alla musica non erano alla portata di chiunque ed erano privilegio di pochi laboratori altamente specializzati.

Risset ha firmato alcuni lavori fondamentali come Sud, in programma questa sera, un esempio di come si possa creare l’illusione di un mondo sonoro che prende le mosse dalla realtà per svilupparsi un una sfera del tutto fantastica, un viaggio in dimensioni inaudite che tuttavia trattiene la suggestione naturalistiche di partenza. Oltre che dei ‘suoni invisibili’ come quelli di Sud, Risset è stato anche un pioniere della scrittura per strumenti convenzionali in dialogo con i suoni computer-generated. La serata presenta due di queste composizioni, Saxatile, ispirata al regno minerale, per sax e suoni di sintesi, e Passages, in cui i suoni elettronici sono abbinati al flauto.

Insieme a Risset si ritrovano nella serata altri due grandi compositori francesi, Gérard Grisey e Tristan Murail, i principali esponenti di quello ‘spettralismo’ che ha rappresentato, negli anni 70-80, una novità fondamentale nel linguaggio musicale, ossia un metodo di composizione che prende le mosse dalla materia viva del fenomeno sonoro, e in particolare dallo studio scientifico del suono e del rumore, che viene successivamente applicato e orchestrato con gli strumenti tradizionali. Come il mondo sonoro di Risset nasce dall’incontro di elementi tradizionali e la novità del suono generato dalla sintesi digitale, in quello di Grisey e Murail il suono degli strumenti si ispira, si avvicina e imita processi che sono possibili soltanto a partire da un’indagine scientifica del suono. Questa dimensione armonica è determinante e diventa un fatto espressivo molto forte anche quando sulla scena vi sono strumenti in grado di produrre una sola linea melodica, come nella Unanswered Questions di Murail per flauto solo e nel dittico, ispirato alle divinità egizie Anubi e Nut, che Grisey ha scritto per il sax basso, strumento di raro ascolto come solista.

Insieme al sax di Gianpaolo Antongiorlami e al flauto di Daniele Ruggieri, il suono elettroacustico verrà operato e diffuso nello spazio da Alvise Vidolin nello spettacolare sistema multicanale dell’Auditorium.

(Veniero Rizzardi)