Georgio "The Dove" Valentino

Georgio “The Dove” Valentino

7 Aprile 2015

Georgio “The Dove” Valentino è un musicista statunitense di stanza a Bruxelles e il suo album d’esordio “Mille Plateaux” un concept discografico dal format indubbiamente affascinante: un doppio vinile con le quattro “facce” dedicate ad altrettanti passaggi di una performance itinerante, condotta su diversi palchi europei e durata un anno. Per l’occasione Georgio è stato accompagnato dalla backing band “La Société des Mélancoliques”, che annovera nelle proprie fila alcuni membri dello storico gruppo post-punk Tuxedomoon; i brani finiti sull’Lp sono stati registrati appunto in diverse location, vere e proprie “tappe” della citata esibizione.
L’opera è suddivisa in quattro capitoli: il primo prende il nome dell’album e consta di cinque brani: un viaggio sonoro tra psichedelia, cantautorato noir e archi affascinanti, accompagnati dalla voce di Georgio, calda e profonda, da vero e proprio “crooner”.
Il lato-b del primo disco è invece interamente occupato dalla suite “I Won’t Betray You (Hommage à Chuck Berry)”, sedici minuti di rock sperimentale, sorretto da fiati malinconici ma dal respiro epico.
La terza parte, “The Astounding 12-String Guitar of Jorge ‘el Dovo’ Maldonado”, prosegue il discorso sviluppandosi lungo cinque brani marcati da un mood rarefatto ed “ambientale”, dai toni soffusi; chiude il disco un altro omaggio, questa volta a Piero Ciampi, con quattro cover: “Ο Γιωργος Jesús Παπανικολοπουλος Sings Piero Ciampi”, questo il nome del quarto capitolo, contiene altrettante, viscerali, versioni di brani del cantautore di origine livornese, cantate in italiano sebbene – come precisano le note biografiche – Georgio non parli e non comprenda il nostro idioma.
Si tratta di un lavoro assolutamente personale, assai eterogeneo ma al tempo stesso coeso: nonostante la durata superi i 75 minuti non vi sono scollamenti tra le varie parti dell’opera, efficace documento dell’attività di un musicista underground talentuoso e sinceramente ispirato.
Artwork ad opera di Steven Johnson Leyba, artista multimediale nonchè reverendo nella Church Of Satan di Anton Lavey, le cui performance estreme hanno destato più volte sconcerto oltreoceano.