Chris Speed e company
6 Marzo 2012La formazione qui presentata avvicina in maniera esclusiva due realtà musicali solo geograficamente distanti, ovvero la sempre più vivace e seguita scena jazzistica italiana e l’effervescente mondo dell’improvvisazione newyorkese. Il Simone Graziano Group ha in sé tutti gli ingredienti di una formazione musicale d’eccezione. Innanzitutto, rarità, originalità e talento: due assi dello star system statunitense incontrano tre musicisti giovani ma affermati, in esclusiva italiana. L’eccezionalità di tale incontro è accresciuta dal fatto che Chris Speed e David Binney, pur avendo all’attivo più di 160 pubblicazioni discografiche, non si erano mai presentati prima d’ora in uno stesso gruppo. La carica innovatrice della band è garantita inoltre dalla scelta di eseguire musiche originali, composte ed arrangiate ad hoc dal leader Simone Graziano. Le composizioni sono mirate a valorizzare il virtuosismo dei singoli esecutori in una musica che non lascia mai da parte la melodicità dei temi e la ricchezza armonica, frutto dello studio dei più grandi maestri della tradizione classica e jazzistica. Tutto ciò contribuisce a determinare un suono d’insieme senz’altro unico e moderno.
Chris Speed è uno dei musicisti del momento nella scena più eccitante che ci sia: quella downtown di New York City. Ottimo saxofonista ed eccellente clarinettista, ha al suo attivo numerose collaborazioni con John Zorn, Anthony Braxton, Tim Berne, Dave Douglas, Myra Melford e tre album con il gruppo Pachora dove si percorrono strade profumate da sapori balcanici, greci, turchi e medio-orientali.
David Binney, sassofonista e compositore, è da diversi anni uno dei musicisti più interessanti e originali attivi sulla scena jazz USA. Strumentista in possesso di ragguardevoli mezzi tecnici e improvvisatore di notevole competenza lessicale in molti stili del jazz moderno, si è contraddistinto sin dagli esordi per l’originalità connaturata al proprio stile, caratterizzato da un approccio capace di rileggere la lezione dei maestri, nel suo caso in primis Shorter e Coleman, sfuggendo con grande naturalezza qualsiasi approccio didascalico o meramente ripropositivo, e riuscendo a mettere a punto una propria sintesi che riluce di una poetica personale e distintiva. Di questo mondo sonoro è parte integrale la composizione, in particolare attraverso un compiuto utilizzo di forme complesse che lasciano tuttavia grande spazio ad esplorazioni improvvisative di ampio respiro espressivo.