IEAPAVILLON/3
29 Maggio 2014Da giovedì 29 maggio alle ore 18 nel Cortile del Complesso di Ingegneria Meccanica a Padova, dopo aver avvitato l’ultimo dado e piantato l’ennesimo chiodo, gli studenti del Corso di Laurea in Ingegneria Edile – Architettura a ciclo unico del Dipartimento ICEA dell’Università degli Studi di Padova inaugureranno “IEAPAVILLON/3”. Si tratta di uno spazio espositivo temporaneo progettato e realizzato dagli studenti come luogo in cui mostrare al mondo esterno i lavori di studio condotti durante l’anno accademico. Per il terzo anno consecutivo l’attività didattica del Corso si conclude con la realizzazione di una struttura espositiva assolutamente innovativa.
La realizzazione nasce da un progetto didattico ben definito e articolato, centrato di anno in anno, attorno all’opera di progettisti universalmente riconosciuti: nel 2012 Louis Kahn, nel 2013 Le Corbusier e nel 2014 Renzo Piano. Nella programmazione didattica dei diversi settori disciplinari, così, una parte delle attività è dedicata all’approfondimento dell’opera di un grande protagonista dell’architettura e della pratica costruttiva. Sono state quindi predisposte lezioni frontali, conferenze, viaggi di studio (quest’anno a Genova, Trento, Torino, Parigi e New York), laboratori didattici e tesi di laurea.
Come atto conclusivo, momento sempre molto sentito e partecipato dagli studenti, viene realizzata un’esposizione dei lavori di studio all’interno di un padiglione progettato e realizzato in “casa”. “Four Rooms for Renzo Piano” è il titolo della mostra che quest’anno accoglierà i lavori sviluppati nei corsi di Composizione architettonica (E. Narne), Storia dell’architettura (G. Guidarelli, E. Svalduz, S. Zaggia), Disegno (A. Giordano, E. Monteleone), Produzione Edilizia (R. Paparella, C. Zanchetta) nel confronto con l’opera del maestro genovese. La formula rimane costante negli anni: il padiglione è frutto di un concorso interno tra gli studenti del secondo anno, i quali devono proporre le loro soluzioni in linea con l’architetto di riferimento, rispettando budgets di partenza molto contenuti. Ai vincitori spetta, poi, l’onere e l’onore di progettare i disegni esecutivi, d’impostare il cantiere e dirigere i loro colleghi nella costruzione del manufatto.
Rispetto a modi didattici più tradizionali, praticati sino a qualche anno fa nelle nostre Facoltà di Ingegneria e Architettura, questa modalità permette di valorizzare la componente manuale e pratica, dimostrandosi capace di avvicinare lo studente, con anticipo, alla costruzione di luoghi e spazi concreti. Dunque, un’esperienza in apparenza effimera ma con importanti conseguenze formative, sia per le implicazioni progettuali, costruttive e gestionali, che per la possibilità, non trascurabile, di creare un’identità a questo giovane Corso di Laurea (introdotto a Padova nel 2008, i cui primi laureati sono usciti lo scorso anno).
Il Padiglione (IEA PAVILLON), infine, è anche un pretesto per avvicinare realtà esterne all’ambito accademico, ma la cui presenza è fondamentale per la formazione degli studenti. Nel corso di quest’anno le attività di studio legate alla figura di Renzo Piano hanno fornito l’occasione per sugellare una collaborazione intensa e prolifica con l’Ordine degli Architetti di Padova e la Fondazione Barbara Cappochin. A conclusione delle attività si è pertanto deciso di organizzare, in sinergia con la redazione della rivista «Architetti Notizie», due eventi, all’interno dello spazio espositivo, dedicati alla presentazioni di alcune realtà professionali che si sono ben segnalate nell’ultima edizione della Biennale Barbara Cappochin.
Four rooms for Renzo Piano
Il padiglione del 2014 è organizzato su quattro ambienti collegati tra loro mediante una struttura longitudinale con funzione di corridoio distributivo e spazio espositivo. Tutte le quattro stanze sono state pensate per accogliere la figura di Renzo Piano come nostro ideale committente. Ogni ambiente è stato progettato da un gruppo diverso di studenti, coinvolto in un tema compositivo specifico: lo studiolo, la stanza del riposo, la stanza del convivio e la loggia sul paesaggio.
Così gli studenti, vincitori del concorso interno, hanno voluto presentare le caratteristiche degli ambienti e le loro scelte progettuali.
Studiolo. Lo studiolo è organizzato per suggerire al visitatore molteplici sensazioni: luogo di lavoro, stanza di riflessione, ambiente all’interno del quale il progettista affronta il difficile compito progettuale. Particolare attenzione si è rivolta all’uso della luce: soffusa e controllata, in modo da compenetrare l’ambiente. Le pareti laterali sono separate dalla struttura portante e accuratamente studiati sono stati i canoni di leggerezza, quali l’utilizzo controllato di mensole e di parti sospesi, elementi che hanno giocato un ruolo fondamentale nell’impostazione dell’intera stanza. Per ovviare alla rigida organizzazione distributiva e trovare, in questo modo, un compromesso tra stanza e padiglione è stato inserito un particolare pavimento, ispirato ai tatami giapponesi, disposto in modo tale da creare un percorso che indirizza l’ospite al tavolo e alla libreria.
Stanza del riposo. Da sempre considerata come un luogo intimo e privato, la stanza da letto è stata impostata cercando di organizzare l’ambiente in relazione alla linea dell’orizzonte. La struttura di base è stata risolta mediante l’inserimento di due strutture a “L” che dialogano tra loro, riparando l’ospite da sguardi indiscreti e, allo stesso tempo, cercando di non impedire il rapporto con l’esterno. La luce, soffusa, filtra dal basso creando un’atmosfera ideale per il riposo di mente e corpo, un effetto reso possibile da una graduale variazione nella distribuzione dei listelli.
Stanza del convivio. L’ambiente evoca l’idea dell’incontro conviviale: amici e ospiti che discutono attorno ad un tavolo da pranzo. In questo caso gli studenti hanno scelto di esprimersi in forme molto variate in modo da ottenere, in conclusione, una struttura che persegue semplicità strutturale e articolazione dei volumi. La classica e basilare struttura cubica, ottenuta mediante la fusione e l’incastro di due volumi, viene completamente alterata dall’adozione di un controsoffitto che penetra nel volume interno determinando un vivace gioco di luci e ombre derivante dall’orientamento della luce naturale in ogni sua parte.
Loggia sul paesaggio. Un connubio tra natura e struttura, un ambiente aperto, la loggia sul paesaggio vuole suggerire l’idea di armonia con l’esterno. Il delicato equilibrio reso è realizzato da una struttura mobile e leggera che trasmette una sensazione di sospensione. Pensato in modo da non privilegiare alcun punto di vista, il progetto prende forma dall’idea forte di modulare la luce per ottenere un effetto filtrato e controllato.