Garganistãn_22 di Simona de Nicola

6 Ottobre 2017 By Valentina

Venerdì 6 ottobre alle ore 18 al Sottopasso della Stua, Largo Europa, sarà inaugurata la mostra GARGANISTÃN_22 di Simona de Nicola, a cura di Antonio Corroppoli.

L’esposizione è organizzata dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Padova, con il supporto dell’Associazione di Promozione Sociale Kinima. Partito come racconto della piccola e aspra penisola della Puglia affacciata sulla Grecia e i Balcani, Garganistãn racconta la storia di come il nostro paesaggio – geografico, culturale ed emotivo – ci forma e ci determina.

“Quando ho iniziato a pensare a Garganistãn – racconta Simona de Nicola – ero di recente tornata da un viaggio di due anni. Zaino in spalla, un punto interrogativo sul concetto di casa e di straniero. Volevo fotografare il carattere aspro e genuino della mia gente, quella tenerezza mista a una certa aggressività. La semplicità, la vitalità e la durezza della vita al sud. Era un viaggio verso la mia terra, ma sono finita in questo posto ibrido e trasversale, che non incontravo in nessuna mappa. Poi, ho ritrovato la mia idea di Garganistãn rappresentato in un’antica carta medievale, di autore sconosciuto, datata tra il 1580 e il 1590. Era la Fool’s Cap Map of the World, che ci dice quanto vana è la nostra pretesa di mappare il mondo, e noi stessi.”

Semiologa di formazione, Simona de Nicola gioca con diversi linguaggi: Garganistãn è costruito come un racconto cross-mediale, in cui accanto alla fotografia – 22 scatti in grande formato – compaiono testi, mappe, oggetti, audio, schizzi e collage su taccuino.

Spiega ancora l’artista: “Sono interessata al concetto di traduzione, a ciò che avviene nel passaggio dal dominio semantico di un codice all’altro. L’idea di confine è centrale nella mia ricerca. Con questo lavoro ho cercato di individuare il modo in cui costruiamo i nostri spazi, come relazioniamo il nostro corpo con quello che ci circonda. Quanto contano le emozioni nel definire le traiettorie e gli incontri che facciamo durante la nostra vita. Quanto siamo guidati dalla paura, e dall’amore. Quando poniamo i limiti nelle nostre mappe è perché in qualche modo siamo attratti da quello che c’è oltre. Sono un’appassionata di mappe medievali e lì ho appreso che nei punti in cui non si sapeva cosa ci fosse, i cartografi posizionavano i mostri. Monstrum viene dal latino, e significa “mostrare”: il mostro fa paura perché mostra a noi stessi il nostro lato oscuro, che allo stesso tempo ci attrae e ci respinge.”

Una favola nera, in cui il tempo e lo spazio sono come sospesi e le storie ruotano attorno a personaggi oscuri e oggetti magici, che promettono di aiutarci ad arrivare a casa sani e salvi. Garganistãn è tentativo di sabotaggio – del linguaggio e delle strategie che l’essere umano ha messo in atto per segnare e limitare la presenza del proprio corpo nel mondo. Una mappa che rompe i confini geografici e rimette al centro l’essere umano nel suo modo di abitare il mondo.