L’apprendista stregone

4 Dicembre 2013

Uno stregone, alchimista e prestigiatore, tiene scuola di magia e cerca di insegnare i suoi segreti ad un apprendista distratto e pasticcione. Anima gli oggetti e li fa fluttuare nell’aria, raccoglie i più diversi ingredienti creando pozioni dagli effetti imprevedibili, ma l’unica cosa che l’apprendista è in grado di fare è spazzare il pavimento del laboratorio. Appena lo stregone si distrae il giovane si impossessa del suo cappello magico e prova ad imitare i gesti del maestro, anima una scopa, la trasforma addirittura in un’assistente proprio carina, pronta ad eseguire i suoi comandi. E’ che una volta liberata la magia gli prende la mano, e l’apprendista viene sopraffatto dalla sua creatura, fino all’intervento dello stregone. La creatura si è affezionata all’apprendista, lo segue dovunque, anche alla lezione su come mescolare gli ingredienti, in cui lui naturalmente non ne indovina nessuno. Ma non gli importa, alla prima distrazione dello stregone, apre un vaso contenente una pozione magica e scatena una musica magica meravigliosa, sulla quale danzerà felice insieme alla sua nuova amica. Il barattolo si è però vuotato, e come fare a riempirlo per non incorrere nell’ira dello stregone? Con l’aiuto della ragazza l’apprendista mette le mani nell’armadio degli ingredienti e sceglie a caso qualcosa per riempire il vaso. Lo stregone si accorge dell’imbroglio, e decide di giocargli uno scherzo. Prende l’aspetto di uno spettro, rapisce la ragazza, e con i suoi incantesimi sfida l’apprendista ad una gara. Contro ogni probabilità l’apprendista vince la gara, riconquista la libertà per la ragazza e scaccia lo spettro. Giocano con gli attrezzi dello stregone, con i quali iniziano insieme ormai a prendere confidenza, e vengono colti con le mani nel sacco. Ma dopo tutte queste prove l’apprendista è pronto a dimostrare al suo maestro di essere ormai capace di fare da solo, e confeziona un incantesimo meraviglioso, guadagnandosi finalmente il titolo di mago. Con uno sguardo alla coraggiosa sperimentazione di Walt Disney del 1940, gli attori si muovono senza parole in uno spazio fantastico di immagini e musica, scandito dai videofondali che interagiscono con la scenografia di Mauro Zocchetta. Il gioco degli attori tra magie e trasformazioni si sviluppa grazie alla collaborazione ed alle provocazioni della coreografa Daniela Rossettini, in un nuovo disegno del linguaggio scenico della compagnia. Il lavoro del musicista Michele Moi, che ha collaborato con Carlo Presotto gia’ per la rilettura di The Tempest per il NTFI 2008 e per il balletto Fantastique del 2011, alterna arrangiamenti di opere classiche con brani originali, costruendo una drammaturgia sonora che diventa una ulteriore attrice dello spettacolo.