Uganda e Rwanda

18 Ottobre 2014

Il viaggio è un laboratorio nomade dove la natura dell’uomo viene costantemente trasformata, a contatto con reagenti sempre nuovi: persone, lingue, oggetti, divinità, rituali. Per Filippo Casadei, antropologo e linguista, studioso di sistemi di cura tradizionali, la conoscenza dell’altro e di sé passa per questa via sperimentale, rigorosa e attenta alle manifestazioni della diversità culturale. Conclusi i grandi viaggi della giovinezza (tra cui la Via della Seta e il Sudamerica coast to coast), Filippo ha cominciato ad accoppiare la curiosità inquieta del viaggiatore con il metodo e lo sguardo dell’antropologia, vivendo l’attraversamento delle frontiere culturali e l’incontro con l’altro, come un’avventura intellettuale e psicologica inesauribile. Ha fatto parte di un gruppo multidisciplinare che ha realizzato diverse missioni di ricerca in Marocco, per studiare le confraternite religiose, e in Indonesia, con l’obiettivo di osservare le metamorfosi delle divinità balinesi e le forme di trance che esse inducono; ha viaggiato e soggiornato in numerose regioni dell’Africa, soprattutto quella dei Grandi Laghi, dove grazie all’amicizia e alle informazioni ricevute dalla gente del posto è riuscito a seguire lo svolgimento di cerimonie legate alla guarigione e al culto degli antenati e degli spiriti della natura; nelle montagne del Laos ha avuto modo di conoscere e intervistare gli sciamani del popolo Hmong. Dopo queste esperienze, è in una fase della vita in cui la voglia di condivisione diventa importante quanto il viaggio stesso, l’incontro con Kel 12 non può essere stato un caso.