Lavorare manca. La crisi vista dal basso
3 Giugno 2014Che cosa succede se proviamo a osservare la crisi rinunciando al consueto punto di vista, se proviamo a inquadrarla ad altezza di sguardo? Succede che ai flussi della finanza si sostituiscono le storie, alle manovre economiche le persone. Spariscono le oscillazioni dei mercati e dello spread, appaiono volti, voci di protesta. A quest’altezza, crisi vuol dire soprattutto lavoro che manca. A raccontarcelo sono due giornalisti d’inchiesta, in un reportage che ha come sfondo le fabbriche simbolo della «grande trasformazione italiana» – Innocenti, Fiat, Carbosulcis, Fincantieri, Omsa, Videocolor – le stesse che oggi sono simbolo del «grande collasso». I protagonisti, invece, sono le donne e gli uomini che in quelle fabbriche non possono lavorarci o rischiano di non poterlo piú fare: precari, disoccupati, cassaintegrati, esodati. Sono i nuovi poveri italiani, la cui voce è, all’interno di ogni capitolo, riportata in presa diretta. Gabriele Polo e Giovanna Boursier hanno raccolto le loro storie di rabbia, lotta, disillusione, speranza e le hanno cucite insieme sul tessuto di una storia piú grande: quella di un Paese al quale manca la terra sotto i piedi, ma che si ostina a tenere gli occhi puntati al cielo.
Gabriele Polo giornalista, è stato direttore de «il manifesto». È autore di numerosi libri, tra cui il recente Affondata sul lavoro (Ediesse, 2013) e Lavorare manca, scritto con Giovanna Boursier (Einaudi, 2014). Per Einaudi ha tradotto e curato il libro di Taiichi Ohno Lo spirito Toyota (2004).
Giovanna Boursier giornalista di Report, ha realizzato diversi reportage di documentazione sociale. Ha collaborato con «il manifesto», ha pubblicato Zigeuner. Lo sterminio dimenticato (Sinnos, 1996) e Lavorare manca (scritto con Gabriele Polo, Einaudi, 2014).