Terzo appuntamento con il teatro di Mariano Fortuny

19 Gennaio 2012

Mariano Fortuny: artista eclettico, raffinato artigiano e sperimentatore instancabile, Fortuny si accosta all’arte senza porre confini tra le discipline. La sua ricerca investe la pittura, lo studio sugli impasti di colore, l’incisione, la fotografia, la creazione di tessuti stampati e di abiti, il design di lampade e il teatro. La sua dimora veneziana, ribattezzata Palazzo Fortuny (oggi Museo), con i suoi spaziosi locali diviene un grande laboratorio entro cui l’artista può sperimentare e creare. A stretto contatto con il clima simbolista e fin de siècle, Fortuny persegue quell’idea di opera d’arte totale, baricentro di tutte le sperimentazioni europee di primo Novecento, che trova piena espressione nel teatro, luogo prediletto per la sintesi dei diversi linguaggi artistici. Mosso dall’amore per l’opera di Richard Wagner e in linea con le poetiche dei grandi uomini di teatro lui contemporanei, l’artista spagnolo inventore di nuovi sistemi d’illuminazione teatrale rivoluziona il palcoscenico sostituendo i fondali dipinti della tradizione con un sistema di proiezioni mobili con cui creare suggestive atmosfere luminose.
Marzia Maino ha conseguito il Dottorato di ricerca in Storia e critica dei beni artistici, musicali e dello spettacolo presso l’Università di Padova con un lavoro incentrato sull’illuminotecnica nello spettacolo a Vicenza tra Rinascimento e Barocco. Si è occupata della poetica teatrale di Mariano Fortuny contribuendo al catalogo della mostra “Fortuny. Il Mago di Venezia” (Barcellona, 2010). Ha partecipato alla catalogazione delle messinscene ruzantiane nel Novecento pubblicato da Esedra, ha collaborato ai progetti Herla (archivio informatico sull’attività spettacolare patrocinata dai Gonzaga dal 1480 al 1630, Fondazione “Umberto Artioli” Mantova Capitale Europea dello Spettacolo) e AMAtI (Archivio Multimediale degli Attori Italiani diretto dal prof. Siro Ferrone, Università di Firenze). Attualmente svolge attività di ricerca presso il Dipartimento di Discipline linguistiche, comunicative e dello spettacolo dell’Università di Padova.