Percezioni

26 Marzo 2012 By

In Percezioni la poesia diventa immagine. Già di per sé la poesia è in grado di evocare delle immagini ma in questo caso i versi hanno ispirato immagini fotografiche. Il poeta ha inviato le sue poesie ai fotografi che ad esse si sono ispirati, producendo un’immagine che rispecchiasse il loro sentire, nella ricerca di un’inquadratura che fosse “poesia”. Le parole si snodano tra le pagine del libro, sfuggono a qualsiasi tentativo semplicistico di inquadrarne il significato all’interno di un testo, catturano il pathos, creano relazioni, traducono pensieri che il linguaggio spesso teme di affrontare. Ed ecco che i sensi accettano la sfida delle parole. La vista, la bellezza di ritrovare la luce, il «raggio reale e irreale», di vedere, di osservare. E poi il sentire, udire le voci dell’uomo, della natura, degli oggetti inanimati (Beatrice Autizi).
Non è stata un’impresa facile quella dei fotografi, che hanno dovuto ispirarsi a una poesia trasferendola in immagine, poiché la fitta trama di significati che un testo poetico detiene, già di per sé suscettibile di interpretazione, deve trovare risposta in una riproduzione perlopiù univoca: gli artisti sono encomiabili per aver saputo cogliere lo spirito delle liriche, sul principio di una visione che si produce attraverso la sottile osmosi di tendenze e cognizioni (Luciano Nanni).