Al Limite

20 Novembre 2011

Ecco come descrivono il ciclo di incontri gli organizatori: ’’Il limite come elemento di identificazione in termini qualitativi, non quantitativi; come tratto che disegna un’individualità.
Limite come spazio infinitesimale da riconoscere, su cui assestarsi e stare, godendosi la propria finitezza, liberi dall’ansia di ‘andare oltre’.
Lavoreremo sulle incapacità, sugli impacci, sugli impedimenti fisici e psicologici di ognuno, provando ad impostare una ricerca estetica che si sviluppi da un percorso diametralmente opposto a quello che ha come scopo il virtuosismo.
Il lavoro in palestra potrà portare (se vogliamo, se ce la facciamo) all’elaborazione di un’opera scenica da proporre in pubblico.
Per partecipare non serve alcuna esperienza specifica in ambito coreografico, teatrale o artistico in generale.
La frequenza è gratuita. E’ possibile partecipare ai costi di organizzazione e preparazione delle lezioni con un contributo volontario; ogni incontro è un momento in sè concluso, potete quindi iniziare e smettere di partecipare in qualsiasi momento. Il ciclo durerà fino a maggio 2012.
Se non avete la macchina e non volete usare la bici, potete arrivare a mortise (un paio di chilometri dal centro di padova) con l’autobus 22. per il ritorno non vi preoccupate, sicuramente uno di noi vi può dare un passaggio.

 

Cos’è Antidanza
Antidanza è una pratica fluida, non definita nei suoi parametri. Ha come base un lavoro sulle singole individualità fisiche ed emotive. Le persone non sono considerate corpi da forgiare ma entità date, con i loro limiti, con i loro difetti che, anziché tentare di scardinare, intende valorizzare nella loro unicità.
Non è un approccio didattico, non intende insegnare ma vuole costruire situazioni che permettano esperienze interpretabili liberamente dai partecipanti. Assume un elemento fondamentale di concettualizzazione delle esperienze, in un continuo confronto dialettico fra i partecipanti. Instaura un patto con i partecipanti che li rende in qualsiasi momento liberi di rifiutare le sue proposte, senza che questi si sentano obbligati a giustificare il proprio diniego. Non intende finalizzare i propri metodi ad uno scopo esclusivamente scenico, produttivo, considerando molto più ampio il proprio campo di interessi