Documentari e intervista di Vittorio De Seta
7 Febbraio 2012Tre i registi che animano questa quarantunesima proposta del cinema invisibile: Vittorio De Seta, Jafar Panahi e Ken Russell. Tre autori tutti scomparsi di recente, due dei quali sottrattici dal naturale corso dell’esistenza, uno fatto sparire dalla scena cinematografica per motivi politici.
Il primo regista con cui è iniziata la rassegna è Vittorio De Seta, un antropologo con la voce di un poeta. In questa serata saranno dunque presentati una collezione di documentari ed un’intervista rilasciata dal regista stesso in occasione di un omaggio resogli qualche anno fa della Cineteca di Bologna.
Vale la pena di citare le parole di Martin Scorsese, inserite nell’opuscolo che, come tradizione, fa da supporto alle rassegne del cinema invisibile: ’Ho avuto occasione di recuperare i documentari diretti tra il 1954 e il 1958. Titoli incantevoli: Lu tempu di li pisci spata, Isole di fuoco, Contadini del mare, Parabola d’oro… Sono rimasto stupefatto, sopraffatto da un’emozione intensa, come se, oltrepassato lo schermo, mi fossi ritrovato in un mondo mai conosciuto, che improvvisamente riconoscevo. Era l’Italia del Sud, la mia cultura ancestrale che volgeva alla sua fine, a un passo dal suo ingresso nella sfera del mito. Gente che cercava la redenzione attraverso il lavoro manuale: nelle viscere della terra, in mare aperto, tagliando il grano. Gente che sembrava pregare attraverso la fatica delle mani.”