Intervista a Carlo Presotto

16 Aprile 2015 By Elena Bottin

carlopresottoLei è autore e allo stesso tempo attore, mi vuole dire qualcosa di più sullo spettacolo? In che cosa si differenzia dal lungometraggio Disney?
Lo spettacolo nasce all’interno di un percorso iniziato nel 2010 in collaborazione con Daniela Rossettini e con l’associazione DanzaVenezia. Il tema è quello dei diversi modi con cui si può raccontare una storia, una emozione, un sentimento oltre a quello delle parole. La danza ed il teatro senza parole, insieme con la musica ed il video sono gli ingredienti di questo lavoro che parte dalla suggestione dell’ascolto del celebre brano “L’Apprendista Stregone” di Paul Dukas, di cui tutti ricordiamo la celebre rivisitazione di Walt Disney nel film “Fantasia”. Ci siamo mossi in modo molto libero, seguendo la traccia della musica e sviluppandola su tre livelli, della visione, della danza e del movimento teatrale, cimentandoci con il compito di costruire un racconto fatto di stupore e di suggestioni. Vedremo quindi cosa succederà all’apprendista dopo che ha sottratto il cappello allo stregone e ha scatenato forze che non riesce a controllare. Dopo una serie di situazioni tragicomiche, in cui il giovane mago cerca di apprendere dalle lezioni del maestro con esiti sempre più sconclusionati, accade qualcosa di veramente magico. Il protagonista scopre dentro di se la vera magia, che nasce dal cuore, ed a quel punto nulla gli sarà più impossibile.

Come riuscirete a rendere dal vivo gli effetti “magici” e che impatto pensa che potrebbe avere lo spettacolo sui piccoli spettatori?
Le magie sono affidate ad alcuni classici giochi di prestigio da palcoscenico, ma soprattutto alle immagini ed alla fantasia degli spettatori, in un gioco continuo di complicità. Nelle altre tappe del progetto (Fantastique, il Mago di OZ, L’apprendista stregone) i piccoli spettatori sono rimasti all’inizio molto incuriositi e spiazzati dall’idea di poter raccontare una storia senza parole. Il gioco della comicità e della poesia è il terreno su cui contiamo di conquistarli, sapendo che una volta lasciatisi andare, sono i migliori aiutanti di noi artisti nel costruire mondi fantastici.
“Scuola di Magia. L’Apprendista Stregone” dura circa un’ora ed è particolarmente adatto agli alunni delle scuole primarie nella fascia di età dai 5 ai 10 anni.

Camilla Bottin