
Per dire no al bullismo
6 Febbraio 2017Il Ministero dell’Istruzione ha promosso per oggi la 1ª Giornata nazionale contro il bullismo e il cyberbullismo a scuola, una giornata di denuncia e sensibilizzazione su un comportamento diventato troppo comune che vuole far riflettere le ragazze e i ragazzi sul ruolo attivo e responsabile di ciascuno, ed è nelle scuole di Padova e provincia che si sviluppa il progetto “Ri…mettiamoci la faccia” proposto dalla Consulta del Volontariato della provincia di Padova in collaborazione con l’Associazione Genitori Attenti, la Fondazione Antonveneta e il Centro Servizio Volontariato provinciale.
Il progetto è nato nell’anno scolastico 2014/2015 con una proposta rivolta unicamente agli studenti, ampliata nella seconda annualità a percorsi per i genitori per culminare quest’anno con una progettualità specifica per gli insegnanti.
Quasi 100 insegnanti, di 13 diversi Istituti superiori di primo e secondo grado parteciperanno ad uno dei tre corsi di formazione programmati a Megliadino San Fidenzio, Maserà di Padova e Padova, tra gennaio e aprile, che affronteranno questi temi: basi neurologiche del bullismo, aspetti comportamentali/emotivi, sicurezza in rete, il ruolo dell’insegnante nei progetti di prevenzione. Al termine del percorso gli insegnanti potranno confrontarsi con i genitori delle scuole coinvolte in altri 3 incontri serali.
Parallelamente a circa 1800 studenti e agli insegnanti verrà chiesto di rispondere ad un questionario, validato scientificamente, utile per approfondire i contesti sociali nei quali si sviluppano comportamenti aggressivi.
“Il focus sui ragazzi rimane decisivo – afferma Flavio Zelco, presidente della Consulta del Volontariato della provincia di Padova – pertanto stiamo proseguendo con le repliche dello spettacolo teatrale destinato agli studenti e che continua a riscuotere successo. I dati raccolti nelle prime annualità hanno però evidenziato l’importanza dei contesti educativi, famiglia e scuola in primis, nell’arginare e mediare il fenomeno del bullismo. Spesso però i genitori e gli insegnanti sono impreparati, soprattutto per quanto riguarda il cyberbullismo. E’ per questo che abbiamo ampliato il progetto, coinvolgendo nuovi partner e nuovi professionisti che mettiamo a servizio delle Scuole, grazie al sostegno di Fondazione Antonveneta e alla collaborazione con l’Ufficio Scolastico Territoriale”.
“Il progetto si sviluppa seguendo un approccio ecologico-sistemico – spiega Sonia Chindamo Presidente di Genitori Attenti e psicoterapeuta – che consente di mettere sullo stesso piano scuola, gruppo-classe, alunni famiglia e società. L’assunto di base infatti è che il clima della scuola e le dinamiche interne ai gruppi-classe possano giocare un ruolo significativo al fine di potenziare o al contrario ridurre e prevenire il problema. Il successo di questo approccio dipende dal grado di coinvolgimento attivo di tutte le parti coinvolte. Inoltre con la ricerca, unica a livello nazionale, intendiamo approfondire la correlazione tra comportamenti di bullismo sia agito che subito con la dipendenza precoce da sostanze e da smartphone.”
Esempio di successo rispetto all’ integrazione tra studenti, scuola, genitori e società è il progetto “Si possiamo cambiare” proposto dal CSV Padova, per cui i ragazzi che a scuola vengono sanzionati per motivi comportamentali, sono inseriti in associazioni di volontariato per vivere un’esperienza a contatto con situazioni di disagio.
“Il cambiamento dei ragazzi in seguito all’esperienza di volontariato è evidente e con una percentuale di successo di oltre il 50% dei casi – afferma Emanuele Alecci, presidente CSV Padova –. Con questa proposta sottolineiamo una volta di più come il volontariato sia scuola di cittadinanza e occasione di crescita personale, soprattutto per le giovani generazioni”.