Allarme dell’Arpav: marcato deficit pluviometrico in tutti i bacini idrografici del Veneto
12 Marzo 2012Mediamente
in Veneto mancano all’appello poco meno di 150 mm, ossia 150 litri di acqua per
ogni M2, essendo mancate, prima di tutto, le grandi piogge autunnali e, fino a
questo momento, anche i consistenti apporti nevosi tipici della stagione
invernale.
Le piogge degli ultimi giorni, trascurabili in pianura e modeste in
montagna, meno di una decina di mm sull’area prealpina, fino a 4050mm
sull’Agordino, hanno apportato senz’altro un beneficio locale, senza però
modificare sostanzialmente la situazione generale.
Il
Dipartimento Regionale per la
Sicurezza del Territorio di ARPAV, sin dalla primavera del
2007, effettua un monitoraggio costante della disponibilità della risorsa
idrica in Veneto pubblicando) un rapporto
mensile ed un aggiornamento
bimensile (www.arpa.veneto.it/temi-ambientali/idrologia/file-e-allegati/rapporti-e-documenti/idrologia-regionale/idrologia-regionale-rapporti-sulla-risorsa-idrica.
Dal
rapporto sulla situazione al 28 febbraio emergono alcune criticità.
I livelli delle falde registrano, ad esclusione dell’alta
pianura di Verona, valori inferiori alla media del periodo, talora con scarti
rilevanti (Dueville-Eraclea). Nell’Alto Vicentino l’abbassamento freatico,
iniziato a dicembre, ha già superato nella fascia pedemontana valori di – 2
metri rispetto ai valori di riferimento, mentre più a sud, a Dueville ha
registrato il minimo del periodo in 20 anni di osservazione.
I principali laghi artificiali del Piave e del Brenta,
serbatoi ad uso idroelettrico, sono, come di norma in questo periodo,
relativamente vuoti, a fine febbraio rispettivamente al 28-37% della loro
capacità massima, in attesa di un
successivo riempimento che, statisticamente, è consentito con il disgelo del
manto nevoso nella tarda primavera. Tuttavia, proseguendo in questa direzione,
la stagione si preannuncia a rischio.
La quantità di neve caduta da inizio ottobre (cumulo di neve
fresca) è parecchio inferiore alla media storica (dal 1970): -35% a 2200 m di quota, -60%/65%
nella fascia altimetrica fra 1200 e 1600 m e ancora meno alle quote inferiori e
nelle Prealpi. Guardando lo spessore del manto nevoso, nell’ultima decade di
febbraio, siamo di fronte al secondo anno scarsamente innevato dopo il 2000. Per tornare nella norma servirebbero
almeno altri 220 Mm3 pari ad un buon metro e mezzo di neve fresca.
L’indice di scarsità idrica (Water
Scarsity Index), recentemente elaborato da ARPAV-DRST nell’ambito del progetto
UE “Alp Water Scarce” ed attualmente applicato a livello sperimentale,
configura la situazione al 28 febbraio come la seconda peggiore dopo l’anno
2001-02 (periodo di riferimento dal 1990-91).